E’ fresca la serata. Giacche, sciarpe ed indumenti pesanti riparano dai rigori invernali, ma fremiti di freddo scuotono ugualmente le membra. Il nutrito servizio d’ordine è impeccabile. Le forze dell’ordine presidiano l’”Ottagono” di Andria, mentre sguardi accorti scrutano dall’alto in basso la gente che arriva. Non si sa mai… l’evento è ghiotto e… di scriteriati ne girano per l’Italia.
L’interno della sala convegni è confortevole. C’è trambusto. Un cafarnao. Gente che si sposta, volano abbracci e baci. Saluti. Strette di mano. Sorrisi. Atmosfera decisamente conviviale. Tutti i posti a sedere, occupati. I ritardatari si accalcano nei corridoi periferici ed in quello centrale.
Si affaccia un giovanotto. Atteso spasmodicamente. Di bell’aspetto. Distinto nei modi. Garbato. Umile. Figlio del titolare di una piccola impresa edile. Tutti i presenti si mettono in piedi ed allungano il collo. Alcuni salgono sulle sedie. Da lontano si sente urlare “Luiiiiigi!”, come se fosse un amico di vecchia data. In molti fanno ressa per stringergli la mano. Gli occhi, luminosi, elettrizzati, sono puntati su di lui. E’ Luigi Di Maio, il candidato premier del M5S.
Volti sorridenti, giulivi, mentre una nutrita selva di telecamere, fotocamere e smartphone si scatena nel riprenderlo da tutte le angolature. Le mani si spellano. L’entusiasmo è alle stelle. Sembra che sia arrivata una star del cinema, un calciatore famoso, un cantante di grido. Eppure, è semplicemente un politico. Naviga in una scialuppa sociale molto vituperata, per la corruzione, i privilegi, l’ipocrisia, l’inaffidabilità, ed intende smascherarla e ribaltarla per pilotare l’Italia verso orizzonti agognati dai bambini, dai vecchi, dai disabili, da tutte le persone di buona volontà.
Stringe la mano ad un disabile in carrozzella, gli sorride, prima di accomodarsi al tavolo degli oratori. Partono gli interventi dei candidati al Senato ed alla Camera. Ruggiero Quarto, geofisico dell’Università da Bari, da un’eternità impegnato nella tutela del territorio, pescato dal mondo della società civile. Si infervora, ed il termometro si impenna. Giuseppe d’Ambrosio, già deputato, scalda la platea dei contadini, angariati dalle normative europee. Sono convincenti, ma… giocano in casa. Luigi guarda, ascolta, si compiace con se stesso per la scelta operata. Questa volta non ci saranno transfughi. Solo, gente leale, capace e con il cuore in mano.
Prende il microfono, il giovane, che molti genitori vorrebbero come figlio. Denuncia la disinformazione dilagante e gli spettri della paura, ignobilmente, inculcati ed agitati. Enuncia i punti del suo programma di governo. Ritmato da applausi, sempre più scroscianti. Tra le priorità, la salute, la scuola, il lavoro, la legalità. La salvaguardia dell’ambiente, naturale ed artistico. L’energia rinnovabile, su tutti i tetti delle case e dei capannoni. Non mega impianti speculativi. Riduzione di tasse per chi assume a tempo indeterminato, non per un misero giorno di lavoro. Spiega l’impatto che il reddito di cittadinanza può sortire sull’economia e sulla qualità della vita delle persone. Copertura di tutte le spese preventivate.
Aggiunge, poi, che le altre forze politiche, piene di indagati, non sono credibili, perché nei decenni, in cui hanno governato, il territorio è stato devastato, saccheggiato, inquinato. Le disparità sociali, cresciute, all’inverosimile. Gli Italiani, impoveriti, senza lavoro o precari. Le mense della Caritas affollate di pensionati. Le banche, di converso, sono state assistite, i risparmiatori penalizzati. Colossali, gli sprechi. La criminalità ha spadroneggiato per la collusione politica.
Il suo Movimento, invece, ha lealmente mantenuto le promesse. I baldi giovani si sono decurtati lo stipendio, e molte piccole imprese se ne sono avvantaggiate con il micro credito. Nell’ultima settimana della campagna elettorale, verrà presentata l’intera squadra che governerà il Paese. Aleggia la speranza nell’aria. Anche i cuori, ora, sono caldi, ed il sangue irrora allegramente i capillari. L’esultanza sciaborda.
Si svuota a fatica la sala. Non fa più freddo, fuori. In alto brillano le stelle. Anche quelle del Movimento? Dipenderà dalla memoria degli elettori, dal loro spirito critico, dalla lungimiranza, dalla generosità verso i meno fortunati, dall’amore per la terra degli avi, dall’attenzione alla biodiversità.
A cura di Domenico Dalba