Ritirare la pensione, ogni primo del mese, non è compito facile soprattutto per chi deve farlo dallo sportello della Banca Nazionale Svizzera. A Berna, infatti, l’86enne Louise Schneider ha deciso di reclamare la propria razione mensile saltando la coda e imbrattando il muro dell’istituto di credito con vernice rossa a spray.
“I soldi per le armi uccidono“. Questo lo slogan che la Schneider ha affisso pubblicamente, un monito non solo per i suoi coetanei ma anche per le nuove generazioni, un motto che, pedissequamente, riporta gli ideali pacifisti del GSoA, gruppo per una Svizzera senza esercito, associazione umanitaria che sostiene la campagna contro le aziende che producono e vendono armi.
Louise, attivista di ferro, proprio non ci stava a trascorrere le sue giornate sulla poltrona di casa, sentiva l’esigenza morale di urlare un profondo “NO” a guerra e povertà. L’ha fatto per una vita, ha protestato contro le politiche totalitaristiche, contro la sottomissione ai poteri forti. L’ha fatto per senso di appartenenza a questa tipologia di solidarietà chiamata genere umano. Il dovere per il dovere, insomma, vagheggiamenti che abbandonano la progettualità teorica per trasformarsi in azioni concrete, movimenti di ribellione, atti sovversivi.
Lo stile da writer l’aveva imparato negli Anni Sessanta, all’angolo della 204esima strada di New York, da un ragazzo di nome Julio, probabilmente l’antesignano degli street artists nel Mondo. Lo scopo che muove la pimpante Louise è raggiungere il cosiddetto “getting up”, ossia l’individuazione estranea alla massa, saltar fuori dagli schemi come personalità a se stante, indipendente nel pensiero e nella coscienza, dedurre dal generale al particolare principi che porta nella borsetta, tra le pagine di un libro di Kierkegaard, autore, guarda caso, della paradigmatica epigrafe “Quel singolo“.
L’ultima marachella è costata a Nonna Schneider qualche ora di fermo in commissariato. Dopo il suo rilascio, al giornalista del Globalist che le chiedeva spiegazioni del desueto vandalismo, Louise ha risposto: “Ho sempre lottato contro la guerra e la povertà, ma finché ci saranno le armi da fuoco, non cambierà nulla.”
Le foto dell’arresto sono le più cliccate sul web, dalle immagini si può intravedere l’argento fulgente dei suoi capelli setosi, l’aria sbarazzina di un’anima combattiva, con zainetto a quadri sulla spalla, bomboletta spray in mano, tanto amore nel cuore ed una pensione ancora da ritirare.
di Michele Di Corato