Il Premio Oscar del 2019 celebrerà l’altra America, quella, per intenderci, dei supereroi neri, delle badanti messicane, delle lotte razziali contro i soprusi nei confronti di una giovane coppia di Harlem, contro gli atti violenti del Ku Klux Klan, contro i pregiudizi verso un talento giamaicano del pianoforte.
A contendersi l’ambita statuetta nella categoria “Miglior Film” ci sono otto pellicole, diverse fra loro, ma accomunate da un giustizialismo senza precedenti.
Prima delle nominations è, sicuramente, “La Favorita“ di Yorgos Lanthimos che, con dieci candidature, racconta proprio la storia della tata del regista, ambientata a Città del Messico e sublimata dalle interpretazioni della Coppa Volpi e Golden Globe, Olivia Colman, da Rachel Weisz, dal Premio Oscar, Emma Stone, e dalle attrici autoctone Yalitza Aparicio e Marina de Tavira.
Il kolossal della Marvel, “Black Panther“, ha ottenuto sette candidature, sorprendenti per un cinefumetto, una in meno rispetto a “BlacKkKlansman“ di Spike Lee, finalmente in nomination dopo trent’anni di onorata carriera. La trama è incentrata sulla storia vera del detective afroamericano, Ron Stallworth (interpretato d John David Washington, figlio di Denzel) che, nel 1979, con l’aiuto del suo partner ebreo, riesce ad infiltrarsi in una cellula del KKK sventandone i propositi anarchici e criminali.
Mahershala Ali e Regina King, presenti rispettivamente in “Green Book“ e “Se la strada potesse parlare“, guidano la rivincita nera degli attori in lizza per il prestigioso riconoscimento. “Green Book“, diretto da Peter Farrelly, parla della straordinaria amicizia tra Tony Vallelonga, un autista ex buttafuori italoamericano, e Doc Shirley, un virtuoso del piano di origini giamaicane, durante il conformismo statunitense degli Anni Sessanta. Ne “Se la strada potesse parlare“, invece, la rivisitazione che il regista Barry Jenkins fa del romanzo di James Baldwin, affonda le radici nella Harlem della beat generation e nell’amore fra Tish e Alonzo, detto Fonny, ingiustamente accusato di omicidio e difeso, ad oltranza, dalla sua compagna incinta.
Completano il quadro dei “Miglior Film“: “Roma“ di Alfonso Cuaron, prodotto da Netflix; “A Star is born“ di Bradley Cooper; “Vice“ di Adam McKay; “Bohemien Rhapsody“ di Bryan Singer.
A seguire, nel dettaglio, tutte le nominations della 91esima edizione della cerimonia degli Oscar in programma il prossimo 24 febbraio, al Dolby Theatre di Los Angeles:
Miglior regista: Spike Lee (“BlacKkKlansman”), Paweł Pawlikowski (“Cold War”), Yorgos Lanthimos (“La favorita”), Alfonso Cuaron (“Roma”), Adam Mckay (“Vice”)
Miglior attrice protagonista: Yalitza Aparicio (“Roma”), Glenn Close (“The Wife”), Olivia Colman (“La favorita”), Lady Gaga (“A Star Is Born”), Melissa McCarthy (“Can You Ever Forgive Me?”)
Miglior attore protagonista: Christian Bale (“Vice”), Breadly Cooper (“A Star Is Born”), Willem Dafoe (“At Eternity’s Gate”), Rami Malek (“Bohemian Rhapsody”), Viggo Mortensen (“Green Book”)
Miglior attrice non protagonista: Amy Adams (“Vice”), Marina De Tavira (“Roma”), Regina King (“If Beale Street Could Talk”), Emma Stone (“La favorita”), Rachel Weisz (“La favorita”)
Miglior attore non protagonista: Mahershala Ali (“Green book”), Adam Driver (“BlacKkKlansman”), Sam Elliott (“A Star Is Born”), Richard E. Grant (“Can You Ever Forgive Me?”), Sam Rockwell (“Vice”)
Miglior sceneggiatura originale: “La favorita”, “First Reformed”, “Green Book”, “Roma”, “Vice”
Miglior sceneggiatura non originale: “The Ballad of Buster Scruggs”, “BlacKkKlansman”, “Can You Ever Forgive Me?”, “If Beale Street Could Talk”, “A Star Is Born”
Migliore canzone: All The Stars (“Black panther”), I’ll Fight (“Rbg”), The Place Where The Lost Things Go
A cura del Direttore, Miky Di Corato