IL SEGRETO DELLE TRE FONTANE – 1° PARTE

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Bruno Cornacchiola era un fervente militante nelle sette protestanti che in quell’epoca e non solo erano avversi alla fede della Chiesa cattolica e criticavano fortemente i suoi dogmi, dall’Eucarestia all’Immacolata concezione, anzi non dando importanza alla figura di Maria, fondamentale nel Vangelo e nella fede della Chiesa cattolica. Era il 12 settembre del 1979 di sabato, quando Bruno Cornacchiola si recò con i suoi tre figli alle Tre fontane, dove secondo la tradizione fu decapitato san Paolo, e la sua testa fece tre balzi, da cui nacquero tre sorgenti. Ed ecco che all’improvviso i tre bambini si inginocchiarono davanti all’estremità di una grotta, esclamando: “Bella signora!”, ciò fece stizzire Bruno, che pensava che fosse uno scherzo, ma quando si avvicinò si trovò davanti alla Santa Vergine che disse testuali parole: “Sono colei che sono nella Trinità”, che prenderemo in considerazione. “Sono colei che sono”, sappiamo certamente che Maria è l’Immacolata Concezione, dogma proclamato nel 1854 dal papa Pio XI nella sua bolla papale Innefabilis Deus. Essa nella tradizione è collegato al culto delle apparizione di Lourdes, dove la Vergine si rivelò con questo nome. Ella fu preservata dal peccato originale, in vista del concepimento del Salvatore. Ne troviamo testimonianza secondo la tradizione biblica in quello che viene chiamato Protovangelo della salvezza nel libro della Genesi 3,15 “Inimicizia porrò tra te e la donna tra la tua stirpe e la sua stirpe ti schiaccerà la testa e tu le insedierai il calcagno”. Ma tornando al titolo divino solo Dio può pronunciare con potenza il termine Jawè “Io sono”, che nella lingua ebraica è rappresentata dal tetragramma sacro YHWH, impronunciabile non solo per riverenza, ma anche a livello fonetico, per questo gli ebrei quando lo incontravano preferivano leggere Adonai “Signore”, ciò ha portato a una lettura errata del tetragramma, quando i testimoni di Geova lessero Jeova. Troviamo testimonianza del tetragramma sacro nel libro dell’Esodo, quando Dio attraverso il roveto ardente si rivela a Mosè, chiedendogli il nome:”E Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono”, e disse, “così dirai Io sono mi ha mandato a voi”(Esodo 3, 14), e nel Getsemani Gesù si rivela in tutta la sua potenza, facendo tramortire a terra le guardie dei farisei che erano venuti a prenderlo, pronunciando l’ IO SONO di Dio, “Chi cercate?” e quelli risposero: “Gesù il Nazareno!” e Gesù disse: “IO SONO”(Gv 18,5). Quindi, si può tranquillamente affermare che Maria appartiene alla Trinità divina, ma non solo essa rappresenta la parte femminile di Dio, che in quanto padre e madre allo stesso genera e crea come creatore, come affermò nell’Angelus del 10 settembre del 1978 papa Giovanni Paolo I: “Noi siamo oggetto, da parte di Dio, di un amore intramontabile, Dio è Papà e più ancora Madre.”, espressione che trova conferma e attestazione nelle Sacre Scritture, soprattutto nell’Antico Testamento. Maria è emanazione di questa divinità materna, si può dire che ella rappresenta Dio nel suo lato materno, ciò non si vuole affermare che Ella rappresenti la quarta persona della Trinità, ma si può affermare che Dio in Spirito Santo fu concepita nel seno di Anna, perché era impensabile che una creatura che non fosse emanazione di Dio generasse Dio stesso, il Figlio. In un mio componimento poetico dedicato “MARIA CREATURA DIVINA” ho messo in bocca a Maria queste parole, che possono essere di eresia, ma non lo sono affatto, considerando che il Trionfo del Cuore Immacolato consisterà proprio nel riconoscere che Maria è la divina maternità in Cristo” O Vita, O Vita dell’uomo, essere, sublime creatura nel pensiero del Padre, ma con volere di Madre ti ho generato…. Non vivevo più per me stessa, forse non lo fui mai, ma ero in IO SONO e IO SONO era in me, fin dal principio. Quale grande mistero! Il mondo lo contempli! Madre e Padre nel divin Essere. Chi vede Maria vede la parte femminile di Dio, la sua dolce maternità, chi vede Gesù come dirà Egli stesso “vede il Padre”.


A cura di Giuseppe Emanuele Volpe

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