Sognare “a distanza” con Gianni Rodari

3d762956a4d027cf4ea4cb5eed05501f

La XXIV Edizione del Festival Castel dei Mondi non poteva non rendere omaggio a Gianni Rodari, nel centenario della sua nascita. Curato da Giulia Solano, lo spettacolo “Favole al telefono” si avvale del supporto tecnico di Hyperborea che, con la collaborazione di Daniele Tarini e Ivan Ricotti, rivisita, attraverso audio letture, i racconti telefonici che lo scrittore italiano pubblicò con Einaudi nel 1962.

Unico vincitore del Premio Hans Christian Andersen, Gianni Rodari dà vita alla cosiddetta “grammatica della fantasia”, un modo sui generis di inventare storie a scopo didattico e pedagogico, una comunicazione diretta che, soprattutto nel periodo post-covid, diventa prodromica di insegnamenti a distanza, lezioni per crescere di animo e spirito, l’approccio da remoto a realtà fiabesche ispiratrici per grandi e piccini.

In ventisei fra lettori e attori introdurranno agli spettatori narrazioni oniriche, immagini suggestive con la colonna sonora della musica italiana degli Anni Cinquanta e Sessanta.  «In principio la terra era tutta sbagliata…» diceva Rodari in “Storia Universale”, oggi a questo mondo si sta cercando di porre rimedio, sognando alla cornetta h24, dal 30/08 al 06/09, semplicemente collegandosi al sito http://www.rodarialtelefono.it

Si ringrazia Francesco Fisfola per l’impegno, la dedizione e la capacità di tessere relazioni culturali che hanno reso possibile, quest’anno più che mai, la realizzazione e l’organizzazione del Festival Castel dei Mondi


a cura del Direttore, Miky Di Corato

EMOZIONARTE – VI Edizione Mostra d’Arte Pittorica

81707252_10220959417085790_1985263304460730368_o.jpg

“Se c’è l’ispirazione, l’artista può fare a meno di molte cose per creare la sua opera, ma portare al mondo nuovi occhi è un’altra storia”

Per questo ci siamo uniti in un gruppo di artisti liberi, da emergenti a veterani, tutti insieme, con una semplicità non lasciata al caso. Ognuno con il suo percorso di sviluppo personale, con la sua visione di vita, ma uniti nella pacifica ribellione di manifestare contro la mancanza di spazi espositivi, senza limiti di tecnica, stile ed espressione linguistica, ma con un progetto che promuova l’arte contemporanea.

Vi aspettiamo dall’11 al 19 gennaio presso la Chiesa Sant’Antonio di Barletta.


La Redazione di Anima in Penna

La rivoluzione musicale dei Blonday

75588150_810490469408849_6456200774992003072_n

I Blonday sono un gruppo musicale formato da 5 componenti: Valeria Mosca (voce), Peppe Fortunato (tastiere), Pino Mazzarano (chitarra), Pino Santoniccolo (basso) e Michele Abruzzese (batteria).

Contenitore musicale d’avanguardia, grazie ad una performance eclettica che spazia dalla musica italiana e internazionale, toccando generi musicali come il soul, pop, jazz, rock e disco music.

I Blonday rappresentano la rivoluzione musicale nel panorama pugliese, uno stile rivisitato, il loro, la sintesi perfetta fra competenza e passione, è il classico che abbraccia la novità, un terremoto sinfonico che scuote melodie anacronistiche impresse nella modernità retrò, ossimoro di un vento che trascina via i vecchi stereotipi per ammiccare ad un pubblico più eterogeneo.

E, allora, restate in ascolto, i Blonday ci faranno divertire, ballare ed emozionare come non mai…


La redazione di Anima in Penna

Terra in Arte – Gianfranca Ricciardelli e Nicola Miracapillo dal 15 al 17 novembre al Borgo Montegrosso

eeec01c4-c188-4b02-9788-06988b464b01

L’appuntamento è fissato dal 15 al 17 novembre, presso Palazzo Ducale Belgioioso di Montegrosso. Artisti del calibro di Valentina Zingaro, Teresa Di Renzo, Mariella Sellitri, Pasquale Brizzi, Riccardo Campanile, Nicola Miracapillo e Matteo Leonetti daranno vita ad un progetto pittorico, scultoreo e fotografico che affonda le radici nell’humus culturale e tradizionale della nostra terra.

Con un mix di creatività e bellezza, l’associazione “La Piscara”, attraverso l’appassionata dedizione del presidente Nicola Miracapillo e il gusto artistico di Gianfranca Ricciardelli, organizza una mostra contemporanea, “Terra in Arte” appunto, che ammicca alle opere locali conservate nel Borgo.


A cura del Direttore, Miky Di Corato

IL SEGRETO DELLE TRE FONTANE – 1° PARTE

madonna_della_salute-420x264

Bruno Cornacchiola era un fervente militante nelle sette protestanti che in quell’epoca e non solo erano avversi alla fede della Chiesa cattolica e criticavano fortemente i suoi dogmi, dall’Eucarestia all’Immacolata concezione, anzi non dando importanza alla figura di Maria, fondamentale nel Vangelo e nella fede della Chiesa cattolica. Era il 12 settembre del 1979 di sabato, quando Bruno Cornacchiola si recò con i suoi tre figli alle Tre fontane, dove secondo la tradizione fu decapitato san Paolo, e la sua testa fece tre balzi, da cui nacquero tre sorgenti. Ed ecco che all’improvviso i tre bambini si inginocchiarono davanti all’estremità di una grotta, esclamando: “Bella signora!”, ciò fece stizzire Bruno, che pensava che fosse uno scherzo, ma quando si avvicinò si trovò davanti alla Santa Vergine che disse testuali parole: “Sono colei che sono nella Trinità”, che prenderemo in considerazione. “Sono colei che sono”, sappiamo certamente che Maria è l’Immacolata Concezione, dogma proclamato nel 1854 dal papa Pio XI nella sua bolla papale Innefabilis Deus. Essa nella tradizione è collegato al culto delle apparizione di Lourdes, dove la Vergine si rivelò con questo nome. Ella fu preservata dal peccato originale, in vista del concepimento del Salvatore. Ne troviamo testimonianza secondo la tradizione biblica in quello che viene chiamato Protovangelo della salvezza nel libro della Genesi 3,15 “Inimicizia porrò tra te e la donna tra la tua stirpe e la sua stirpe ti schiaccerà la testa e tu le insedierai il calcagno”. Ma tornando al titolo divino solo Dio può pronunciare con potenza il termine Jawè “Io sono”, che nella lingua ebraica è rappresentata dal tetragramma sacro YHWH, impronunciabile non solo per riverenza, ma anche a livello fonetico, per questo gli ebrei quando lo incontravano preferivano leggere Adonai “Signore”, ciò ha portato a una lettura errata del tetragramma, quando i testimoni di Geova lessero Jeova. Troviamo testimonianza del tetragramma sacro nel libro dell’Esodo, quando Dio attraverso il roveto ardente si rivela a Mosè, chiedendogli il nome:”E Dio disse a Mosè: “Io sono colui che sono”, e disse, “così dirai Io sono mi ha mandato a voi”(Esodo 3, 14), e nel Getsemani Gesù si rivela in tutta la sua potenza, facendo tramortire a terra le guardie dei farisei che erano venuti a prenderlo, pronunciando l’ IO SONO di Dio, “Chi cercate?” e quelli risposero: “Gesù il Nazareno!” e Gesù disse: “IO SONO”(Gv 18,5). Quindi, si può tranquillamente affermare che Maria appartiene alla Trinità divina, ma non solo essa rappresenta la parte femminile di Dio, che in quanto padre e madre allo stesso genera e crea come creatore, come affermò nell’Angelus del 10 settembre del 1978 papa Giovanni Paolo I: “Noi siamo oggetto, da parte di Dio, di un amore intramontabile, Dio è Papà e più ancora Madre.”, espressione che trova conferma e attestazione nelle Sacre Scritture, soprattutto nell’Antico Testamento. Maria è emanazione di questa divinità materna, si può dire che ella rappresenta Dio nel suo lato materno, ciò non si vuole affermare che Ella rappresenti la quarta persona della Trinità, ma si può affermare che Dio in Spirito Santo fu concepita nel seno di Anna, perché era impensabile che una creatura che non fosse emanazione di Dio generasse Dio stesso, il Figlio. In un mio componimento poetico dedicato “MARIA CREATURA DIVINA” ho messo in bocca a Maria queste parole, che possono essere di eresia, ma non lo sono affatto, considerando che il Trionfo del Cuore Immacolato consisterà proprio nel riconoscere che Maria è la divina maternità in Cristo” O Vita, O Vita dell’uomo, essere, sublime creatura nel pensiero del Padre, ma con volere di Madre ti ho generato…. Non vivevo più per me stessa, forse non lo fui mai, ma ero in IO SONO e IO SONO era in me, fin dal principio. Quale grande mistero! Il mondo lo contempli! Madre e Padre nel divin Essere. Chi vede Maria vede la parte femminile di Dio, la sua dolce maternità, chi vede Gesù come dirà Egli stesso “vede il Padre”.


A cura di Giuseppe Emanuele Volpe

IL MONDO COME UN CLAMOROSO ERRORE

IMG_20190831_230427

Non riesci proprio a dormire questa notte, sintomo evidente che la senescenza galoppa con la criniera dispiegata al vento. Alla fine ti decidi a raggiungere lo studio. Scorri titoli di libri, indeciso sulla scelta. Infine, l’occhio cade su “Il mondo come un clamoroso errore” di Paolo Polvani, il poeta-bancario che una ventina di anni fa accolse con piacere l’invito a farsi intervistare dai tuoi alunni. Un volumetto minuscolo. Appena 44 pagine, in ognuna delle quali una poesia galleggia nella bonaccia di candido mare.

Leggi…

“Buon giorno”. Dedicata ad Aziz, l’ingegnere che fa il lavavetri ad un incrocio stradale. Al suo “viso in bilico tra il sorriso e la disperazione” neanche un buon giorno viene concesso. Una gentilezza! Che susciterebbe un ampio sorriso e di converso genererebbe salute, naturale, in chi la elargisse.

“Milano nella metro”. Ognuno, disdegnando di tuffarsi fiducioso nello sguardo dei vicini, si rannicchia cupamente nel suo minuscolo io. A due passi splendono le melagrane nelle pupille delle ragazze e campi di melanzane illeggiadriscono i paesaggi di anziane casalinghe. Panorami incantevoli, che competono a pieno titolo con incomparabili bellezze paesaggistiche. Basta sapere e volerli scrutare!

“Amicizia”. Paolo ed Ass si chiamano per nome. Si frequentano, il bianco ed il nero. Solidarizzano.  Nel Senegal amicizia vuol dire sopravvivere. In molte parti del mondo, civile, praticandosi l’esclusione, la rete sociale si sfilaccia ed i brandelli rendono precario il senso e la qualità dell’esistenza.

“La parola Sole”. Un uomo ucciso in Siria. Poveri indumenti, posa scomposta, sangue.  Il telegiornale lo riprende con una rapida, distratta carrellata. Poi, visi paffuti, sguardi e merci ammiccanti. Spontanea la domanda: “Quante volte il malcapitato avrà detto le parole… sole, acqua, amore?

“La fila”. In attesa alla posta, in piedi. Una sconosciuta e misteriosa nuvola di identità. Chi sfoggia dentiere scintillanti, chi mostra gengive indurite, chi ha il figlio morto nel cantiere per arginare la povertà. Chi ha dovuto legare la moglie affetta da Alzheimer per riscuotere la misera pensione!

“Il crollo”. In chiesa tutti hanno da commentare il tragico evento. Che bravi! Ma perché i morti non se ne stanno zitti, invece, di continuare a farfugliare? I defunti, quelli veri, vogliono riposare in pace. Di gesti falsi ne hanno visti tanti e di parole ipocrite ne hanno sentite troppe quando tra mille difficoltà si trascinavano stancamente.

“Natale”. Mihaela, badante rumena. Sorride alla signora anziana, affetta da senilità precoce, che le rinfaccia continuamente la sua nazionalità. La cultura della solidarietà e la pazienza non hanno patria, né hanno bisogno di aver frequentato l’università.

“Complanare”. Uno stuolo di donne giovani, allegre, vocianti sulla complanare della 16 bis. Discinte, nonostante il freddo. Stridio di freni, vetture che sfrecciano indifferenti, colate a cuor leggero di fango. Chi nel proprio cuore coltiva il sentimento della dignità, non riesce a rimanere indifferente.  “Il mondo è proprio un clamoroso errore!”

Il conformismo del vivere, a una dimensione. Disumana. Alienante. La realtà? Poliedrica! Il poeta, l’artista, il vate, traboccante di talento e sensibilità, ascolta flebili voci, vede sfaccettature che sfuggono agli sguardi frettolosi. Evocandole, fornisce diottrie, riscalda cuori algidi, induce menti assopite a svegliarsi.

Fiotti di ptialina affluiscono nel tuo palato, compiacente. Urge assaporare l’intera produzione poetica dell’umile amico. Le palpebre, però, ti invitano per il momento a riprender sonno. Le immagini poetiche, in compenso, non  dandoti tregua, si ripresenteranno, anche più vivide, nell’aura dei sogni.

Grazie, Paolo, di esistere.


a cura di Domenico Dalba

Amori e Malafede nella Montegrosso Rinascimentale

57504551_573214233087902_2843275015741243392_n.jpg

Si chiama  ”Almanacco del giorno prima. Storie di amori, fede e malaffare”, l’evento organizzato a Palazzo Ducale Belgioioso di Montegrosso, in collaborazione con l’associazione culturale “La Piscara”, da Nicola Miracapillo e Gianfranca Ricciardelli, in programma sabato 27 aprile, dalle ore 21, con la mostra fotografica dello stesso Nicola Miracapillo, Vincenzo Mansella, Vincenzo Sgaramella e Valentina Zingaro, e domenica 28 aprile, alle ore 19.30 e alle ore 21.

La serata del 28 aprile, in particolare, viaggerà nei ricordi del borgo feudale attraverso la performance pittorica di Vincenzo Sgaramella, che dipingerà live i tratti paesaggistici pugliesi, e le evoluzioni danzerine di Valentina Tattolo e Michelangelo Memeo. Il plot dello spettacolo sarà incentrato sulle letture drammatizzate di Antonio Memeo riguardanti la storia d’amore tra Fabrizio II Carafa e Maria D’Avalos.

Lo struggimento d’amore (sia esso verso una persona, un luogo o un’ideologia) sembra influire sulla vena creativa di un artista in una pièce, sui generis, ambientata nel Rinascimento, epoca, fra le altre cose, di briganti e camorra, anche nelle nostre zone.

d432e994-8172-4885-87bc-2a702b9c6426.jpg

Valori andati persi e altri, invece, arrivati fino ai giorni nostri, immuni da un’attualità sempre più presuntuosa ed egoista, una realtà raccontata anche da monache, in un contrasto di laica sacralità eretto per abbattere i muri dell’indifferenza verso lo straniero, il diverso, il rifugiato, nuances sociologiche a cui la Ricciardelli ha sempre tenuto fede nei suoi quadri.

Dopo le due rappresentazioni della domenica, dicevamo una alle 19.30 e l’altra alle 21, seguirà un rinfresco.


A cura del Direttore, Miky Di Corato

La rivincita nera degli Oscar 2019

b2ap3_large_Oscar-2019-1-1.jpg

Il Premio Oscar del 2019 celebrerà l’altra America, quella, per intenderci, dei supereroi neri, delle badanti messicane, delle lotte razziali contro i soprusi nei confronti di una giovane coppia di Harlem, contro gli atti violenti del Ku Klux Klan, contro i pregiudizi verso un talento giamaicano del pianoforte.

A contendersi l’ambita statuetta nella categoria “Miglior Film” ci sono otto pellicole, diverse fra loro, ma accomunate da un giustizialismo senza precedenti.

Prima delle nominations è, sicuramente, “La Favorita“ di Yorgos Lanthimos che, con dieci candidature, racconta proprio la storia della tata del regista, ambientata a Città del Messico e sublimata dalle interpretazioni della Coppa Volpi e Golden Globe, Olivia Colman, da Rachel Weisz, dal Premio Oscar, Emma Stone, e dalle attrici autoctone Yalitza Aparicio e Marina de Tavira.

Il kolossal della Marvel, “Black Panther“, ha ottenuto sette candidature, sorprendenti per un cinefumetto, una in meno rispetto a “BlacKkKlansman“ di Spike Lee, finalmente in nomination dopo trent’anni di onorata carriera. La trama è incentrata sulla storia vera del detective afroamericano, Ron Stallworth (interpretato d John David Washington, figlio di Denzel) che, nel 1979, con l’aiuto del suo partner ebreo, riesce ad infiltrarsi in una cellula del KKK sventandone i propositi anarchici e criminali.

Mahershala Ali e Regina King, presenti rispettivamente in “Green Book“ e “Se la strada potesse parlare“,  guidano la rivincita nera degli attori in lizza per il prestigioso riconoscimento. “Green Book“, diretto da Peter Farrelly, parla della straordinaria amicizia tra Tony Vallelonga, un autista ex buttafuori italoamericano, e Doc Shirley, un virtuoso del piano di origini giamaicane, durante il conformismo statunitense degli Anni Sessanta. Ne “Se la strada potesse parlare“, invece, la rivisitazione che il regista Barry Jenkins fa del romanzo di James Baldwin, affonda le radici nella Harlem della beat generation e nell’amore fra Tish e Alonzo, detto Fonny, ingiustamente accusato di omicidio e difeso, ad oltranza, dalla sua compagna incinta.

Completano il quadro dei “Miglior Film“: “Roma“ di Alfonso Cuaron, prodotto da Netflix; “A Star is born“ di Bradley Cooper; “Vice“ di Adam McKay; “Bohemien Rhapsody“ di Bryan Singer.

A seguire, nel dettaglio, tutte le nominations della 91esima edizione della cerimonia degli Oscar in programma il prossimo 24 febbraio, al Dolby Theatre di Los Angeles:

Miglior registaSpike Lee (“BlacKkKlansman”), Paweł Pawlikowski (“Cold War”), Yorgos Lanthimos (“La favorita”), Alfonso Cuaron (“Roma”), Adam Mckay (“Vice”)
Miglior attrice protagonistaYalitza Aparicio (“Roma”), Glenn Close (“The Wife”), Olivia Colman (“La favorita”), Lady Gaga (“A Star Is Born”), Melissa McCarthy (“Can You Ever Forgive Me?”)
Miglior attore protagonistaChristian Bale (“Vice”), Breadly Cooper (“A Star Is Born”), Willem Dafoe (“At Eternity’s Gate”), Rami Malek (“Bohemian Rhapsody”), Viggo Mortensen (“Green Book”)
Miglior attrice non protagonista: Amy Adams (“Vice”), Marina De Tavira (“Roma”), Regina King (“If Beale Street Could Talk”), Emma Stone (“La favorita”), Rachel Weisz (“La favorita”)
Miglior attore non protagonista: Mahershala Ali (“Green book”), Adam Driver (“BlacKkKlansman”), Sam Elliott (“A Star Is Born”), Richard E. Grant (“Can You Ever Forgive Me?”), Sam Rockwell (“Vice”)
Miglior sceneggiatura originale: “La favorita”, “First Reformed”, “Green Book”, “Roma”, “Vice”
Miglior sceneggiatura non originale: “The Ballad of Buster Scruggs”, “BlacKkKlansman”, “Can You Ever Forgive Me?”, “If Beale Street Could Talk”, “A Star Is Born”
Migliore canzone: All The Stars (“Black panther”), I’ll Fight (“Rbg”), The Place Where The Lost Things Go


A cura del Direttore, Miky Di Corato

La Rinascita del Vento – La quarta raccolta di poesie di Giuseppe Emanuele Volpe

JeffWall_Hokusai

Si intitola “La Rinascita del Vento” la quarta raccolta di poesie di Giuseppe Emanuele Volpe, staccata dalle prime tre perchè segna l’inizio di un nuovo percorso interiore:

“In questi versi -spiega l’autore- abbandono completamente la poesia classica per dedicarmi completamente a quella moderna. Lo stile è una mescolanza tra Montale, Ungaretti e Quasimodo con accenni alle poesie racconto di Pavese e a Mario Luzi. La brevità dei componimenti è data dalle espressioni poetiche con un periodare esteso, cioè frasi e periodi abbastanza lunghi, ma non troppo. L’ermetismo si mescola con la poesia discorsiva, facendo nascere quella che i greci e i latini chiamavano “variatio”. Schema, successivamente, abbandonato da Virgilio nell’Eneide. Si racconta che egli volesse persino distruggere alla fine della sua vita l’Eneide, perchè non ritenuta un’opera perfetta. In questa sezione sperimentale sono inserite anche poesie scritte nel dialetto andriese con traduzione italiana a lato, dove possiamo trovare riferimenti alla tradizione popolare andriese, messa ed esposta in una lingua purificata da espressioni grossolane e grezze in uno stile più raffinato sulla base della prima tradizione letteraria italiana volgare del trecento, vedi per esempio Guinizzelli o Dante. In questa raccolta metto più a nudo la mie esperienze di vita, i sentimenti, anche i dolori, i traumi della vita passata insieme al desiderio personale di ogni uomo di essere guarito dalle sue ferite, e trovare pace e serenità in sé stessi, attraverso la ragione che è una mia caratteristica; data la mia personalità fortemente razionale, cerco di indagare il divino e lo spirituale. Accanto si trovano tempi solo puramente autobiografici, che riguardano la vita, insieme al desiderio insaziabile di amore, che mi portò nello smarrimento della solitudine, ma anche a una rinascita, si può benissimo dire a una risurrezione che deve necessariamente passare attraverso una morte. In questo periodo scrivevo anche un testo teatrale su Pinocchio, che molti non sanno essere di ispirazione cristiana. Ecco, se si guarda all’uomo che è stato appeso su quella croce tutto diventa più accettabile per noi, ma questo non significa rassegnazione davanti al male della vita, bensì avere il coraggio di guardare in faccia il nostro dolore e affrontarlo insieme alle paure che esso genera. Ci si scoprirà pian piano di essere diventati più forti, vivi, e anche sereni e finalmente felici, perchè la felicità non consiste nel denaro, nella cultura, ma nella sapienza e nello scoprire la verità e conoscere ciò che è bene e ciò che è male. Questo lo diceva Aristotele, filosofo pagano prima di Cristo, ed è divenuto il padre del pensiero occidentale. Mi piace ricordare l’episodio del Vangelo legato alla prima apparizione di Gesù risorto, che appare ai discepoli a porte chiuse e subito gli mostra le ferite rimarginate, come per dire: “guardate sono veramente io, sono vivo.” Sì, perchè il dolore e la sofferenza restano sempre una grande prova che ha scosso tutto il nostro essere.”


A cura di Giuseppe Emanuele Volpe

Un novembre culturale per Andria

44641104_10213060438570548_3605922059160387584_n.jpg

Inizia un novembre di “feste” finalizzate a rendere il nostro territorio, protagonista di un turismo destagionalizzato, attraverso la valorizzazione dei nostri prodotti, del nostro cibo, degli aspetti culturali, della promozione dei nostri paesaggi elementi architettonici (es. centro storico) e paesaggistici più caratteristici. Si punta soprattutto all’incoming turistico, stimolando la curiosità e la partecipazione alle iniziative da parte dei turisti in visita,cercando di valorizzare l’identità del territorio comunale.. Per questo stiamo rafforzando la rete dei soggetti pubblici e privati, che hanno l’onere e l’onore, di promuovere il BRAND, ANDRIA . Tutti possono contribuire alla.crescita della città che è più “facile” nei periodi più “difficili”. #faredipiuconmeno

45614011_2209062339414644_3493416116691140608_n.jpg

A San Martino ogni mosto è vino..vini, degustazioni, cibo, musica, spettacoli, tiri d’epoca, musica con live band, artigianato, arte, karaoke, laboratori per bambini. Sabato 10 e Domenica 11 novembre, due giorni nel nostro Borgo di Montegrosso con le eccellenze eno-gastronomiche del nostro territorio. Protagonisti del Borgo saranno sopratutto i suoi abitanti,che renderanno il borgo più ospitale del solito.


A cura di Francesca Magliano