Intelligenza Artigianale

Non dobbiamo credere a quell’idiota di Rossella O’hara, domani non è un altro giorno, è un giorno in meno, dobbiamo vivere con passione, la droga migliore ce l’abbiamo dentro. Oggi picchiamo gli insegnanti e non i pusher, picchiamo chi vuol salvare la vita ai nostri figli, pretendiamo che non ci siano voti, che ci sia il registro elettronico, che vengano tolti i 4 come gli 8, ma non è giusto che chi ha dedicato del tempo alla lettura di Carducci venga paragonato ad un cialtrone qualsiasi, è una livella senza senso. Consideriamo i nostri figli come amministratori delegati, scuola, piscina, violino, devono eccellere in tutto, anche nell’outfit, con vestiti firmati, evitiamo che abbiano traumi, mettiamo i gommini agli spigoli, pavimenti morbidi, perché non cadano ma rimbalzino!

Facciamo figli e li lasciamo videosorvegliati nella cameretta mentre noi sul divano guardiamo la 25esima stagione e la puntata n.805 della nostra serie preferita, non li abbracciamo perché magari sono sudati, non li esponiamo ai macabri racconti di Cappuccetto Rosso, diciamo loro che in acqua non si fa il morto, che il nonno galleggia ed è partito per un viaggio di lavoro, poi arrivano a 38 anni che inciampano e non sanno rialzarsi, non capendo che l’imprevisto è la soluzione e non il problema.

Odio il politically correct, prego il Signore o la Signora, par condicio, altrimenti sembrerei patriarcale, ho scritto quaranta libri, sono il mio percorso, la Mondadori mi rifiutò invitandomi a continuare a fare lo psichiatra, ma tutti quelli che hanno avuto successo sono accomunati dal dolore, hanno sbagliato e sono ripartiti, come Napoleone, depresso, aveva perso molti uomini e molte donne ma almeno ha creato qualcosa, ha lottato per le proprie idee. Perché? Non c’è un perché, i perché dovremmo pretenderli dai nostri figli, perché quel perché crea interazione, relazione, non sappiamo perché il cavallo abbia quattro zampe, ma raccontiamo balle, balle creative, sviluppando la nostra intelligenza artigianale, lontana da selfie su instagram, immagini che creano violenza, perché il raptus non esiste.

A voi, Paolo Crepet, lettore della mia Grande Avventura. Siamo ciò che lasciamo: un sorriso, una lacrima…

Giovedì 25 gennaio, Teatro Petruzzelli, Bari.

Del Direttore, Miky Di Corato

C’è ancora domani

“Abbasso i Savoia, Viva la Repubblica!”
A capeggiare lungo il muro della vergogna, è questo messaggio subliminale, una scritta che corre come
Delia, la protagonista di “C’è ancora domani”, il nuovo film diretto (all’esordio) ed interpretato da una
magistrale Paola Cortellesi, a suo agio nel ruolo di una ciociara romana sui generis, una guerriera a cui
manca la spada, sostituita poi da una penna nell’agnizione finale.
“C’è ancora domani” è il riflesso anacronistico del suffragio universale, l’arcobaleno in bianco e nero che fa
da cornice al Primo Dopoguerra, elementi di contrasto voluti ed inseriti sapientemente in una pellicola che
guarda al passato ammiccando al futuro, un soundtrack del cantautorato italiano che sottace le
discriminazioni sociali e salariali della Donna, una figura imperniata di mutismo, l’opinione che lascia il
passo alla violenza raccontata dalla grazia di un balletto sinuoso ed emblematico, la coordinazione della
sottomissione, un sistema gerarchico e patriarcale nel quale la ribellione implode.
“C’è ancora domani” è l’austerità di Ivano (Valerio Mastrandrea) vinta dall’ironia della quotidianità
meridionale, accenti e dialetti biascicati per fame, per voglia di rivalsa, per matrimoni di convenienza,
inaspriti da un arrivismo secondo cui il fine machiavellico giustifichi i mezzi, è una bomba alla gelateria, il
piatto rotto, le patate bruciate, la libera complicità del cioccolato americano, le sere a prostitute,
l’assistenza al suocero decrepito.
“C’è ancora domani” è la speranza del 2 giugno 1946, l’attesa del giorno dopo o, forse, la metafora di un
genere femminile vessato persino in tempi moderni, soprusi imperdonabili, schiavitù intellettuale che, di
default, investe anche l’amica apparentemente più emancipata, anche la consuocera ricca, anche la figlia
più innamorata.
Una lettera d’amore che, al pari di una scheda elettorale, profuma di scelta, un’eredità lasciata alla prole,
quelle ottomila lire rubate a se stessa ed al proprio lavoro, forse per non essere ammazzata, probabilmente
l’espediente della sceneggiatura che convince lo spettatore, lo prepara alla fuga, una gioia che l’89% delle
aventi diritto al voto ha espresso nel tentativo di trasformare in minoranza la maggior parte degli stereotipi.

A cura del Direttore, Miky Di Corato

Tutte le reazioni:

7Alba Fucci, Daniela Letizia Tortelli e altri 5

Spedizioni Don Chisciotte

Due magazzinieri, una giornata lavorativa come tante altre, un romanzo cavalleresco ed una morale improntata sul valore dell’attesa e del sacrificio. Sono gli ingredienti di “Spedizioni Don Chisciotte”, lo spettacolo scritto ed interpretato da Alessandro Piazzolla e Nicola Calabrese, presentato dal Teatro Fantasia. Alessandro e Nicola, due amici prima ancora che colleghi, inguaribili sognatori che, fra scatole ed imballaggi, immaginano di vivere un’avventura in sella a cavalli da manici di scopa, mulini a vento a mo’ di giganti da braccia rotanti, specchi come castelli, ed un ideale, la Dulcinea per cui combattere, la forza dell’Amore che muove tutto, fra epiteti e rallenty, colonne sonore con le sembianze di Don Chisciotte della Mancia e il suo fido scudiero Sancio Panza.

Il testo di Miguel de Cervantes, qui, solo citato in parte, lascia il passo a dialoghi divertentissimi e serrati, da perdere il fiato, per le gag sul palco, un batti e ribatti all’ultimo duello caldeggiato da mimiche facciali ed espressioni somatiche che hanno suscitato l’ilarità ed il coinvolgimento del pubblico in un’interazione sempre più rara nello scenario di una pièce.

Le risate dei bambini, poi, la carezza più dolce della serata, a dimostrazione di quanto la cultura non abbia età, di quanto sia importante approcciarsi ai classici letterari riletti in chiave moderna, humor e humus da seminare per rifiorire nella leggerezza totalizzante dell’arte recitativa, per non prendersi troppo sul serio.

Mettersi in gioco all’interno di dinamiche che guardano al quotidiano per mirare a stelle raggiungibili solo attraverso lealtà ed onestà intellettuale, la parte razionale che cede lo scettro alla potenza dello spirito creativo che, non per questo, viaggia in antitesi con la responsabilità.

Carriera da Mamme o Mamme in Carriera

Pare che il desiderio di maternità sia insito nella Donna, faccia parte della sua indole, rappresenti lo scopo ultimo del suo essere al Mondo, affinché a quel Mondo possa essere in grado di regalare una o più vite, la forza procreatrice di generare felicità, la propria e quella dei suoi figli. Già, pare. Perché ai più attenti di voi il suddetto concetto può sembrare maschilista, e forse lo è, lo diventa, sicuramente, se incastonato negli anfratti sociali di un clichè atavico, un luogo comune mai aggirato, come gioielli di una corona da porre sul capo di una Regina, la custode del focolaio domestico a cui nessuno riconosce stima ed apprezzamento, a cui nessuno assegna ruoli o importanza.

Saranno sempre gli attenti di cui sopra a contestare la generalizzazione dell’argomento, adducendo scuse di un’emancipazione ormai conquistata, l’alibi di una catarsi culturale che appiani divergenze ed ingiustizie, l’inutile confronto fra epoche, caldeggiando, magari, una modernità che, invece, cela sgomitate ed ansie.

Carriera, vexata quaestio che mette sulla bilancia diritti e doveri, come se quel grembo lievitante fosse l’obbligo morale che una donna adotta per definire se stessa, quasi a giustificarne la partecipazione alla polis, fondamentale radice di un albero genealogico che finisce per schiacciarla sotto i roboanti caratteri di un cognome che non le appartiene, nonostante la recente giurisprudenza ne stabilisca l’aggiunta.

Si parva licet, si potrebbe, a ragione, obiettare che Madre Teresa non si sia sentita meno realizzata nella scelta di non partorire, quella decisione è conseguenza di un pensiero che non ha mai smesso di abbracciare la libertà. Ed è proprio secondo questa libertà che tenta di muoversi l’ego femminile, sia chiaro, non per venir meno alla ratio di un’altruistica responsabilità, ma per sancire il suo sacrosanto appetito di Felicità, la fame che, nel Primo Novecento, sfornava progenie decuplicata dalla formazione di braccianti, forza lavoro per campi seminati da miseria e sopravvivenza.

Chiunque, cum grano salis, si accorgerebbe della proliferazione di quote rosa nelle pubbliche e private mansioni, ma a che prezzo? Qual è lo scotto? Oggi come oggi la Donna non ha ottenuto ciò che ha ottenuto sostituendolo a ciò che faceva prima, ha semplicemente aggiunto compiti da svolgere. Succede così che, dopo un’estenuante giornata in ufficio, la Donna torni a casa per essere colf, madre e moglie, una commistione di competenze potenzialmente vulnus di una serenità da tramandare, nonostante la mortificazione di un gap salariale e la diminutio intellettuale a cui deve, vergognosamente, sottostare. Le stanze, allora, diventano carceri da cui evadere, quadri senza cornice, un piatto da gustare nella speranza che si approcci ai fornelli con la convinzione di indossare le vesti non di serva ma di artista della cucina.

A cura del Direttore, Miky Di Corato

Don Salvatore Sciannamea alla direzione del nuovo Santuario Diocesano del Goleto

Con un decreto datato 30 settembre 2021, l’Arcivescovo Pasquale Cascio ha deciso di erigere l’Abbazia del Goleto a Santuario Diocesano, sotto la direzione e la responsabilità di Don Salvatore Sciannamea. Protagonista delle giornate FAI (Fondo Ambiente Italiano), l’Abbazia diviene, così, nuovo simbolo di resilienza del popolo Irpino, meta di pellegrinaggi fin dalla sua fondazione nel 1133 ad opera del patrono San Guglielmo da Vercelli.

Oggi, entrando a far parte del novero dei Santuari della diocesi di Sant’Angelo dei Lombardi-Conza-Nusco-Bisaccia, l’Abbazia del Goleto ridisegna l’attività monastica, rappresentata prima dalla Badessa, conservando quella valenza mistica cheha permesso il recupero spirituale del luogo agli inizi del Novecento.

La rettoria affidata a Don Salvatore Sciannamea vuole ricalcare il solco scavato dalla comunità di Jesus Caritas dei Piccoli Fratelli di Charles de Foucauld che, per trentun’anni, ha garantito accoglienzaai giovani e ai tanti fedeli delle regioni limitrofe.

Onori ed oneri – commenta Don Salvatore – Si apre una nuova fase, la fase della condivisione, dell’assistenza ,del qui e ora. La mia sarà una direzione partecipata e attiva, conl’orgoglio di chi ha ancora tanto da imparare per servire chi si avvicina alla nostra comunità, simbolo di fraternità e solidale emancipazione.”

A cura del Direttore, Miky Di Corato

La parrocchia San Giuseppe Artigiano ospita “I Seriòmici” per tre serate di musica, cultura e divertimento

L’appuntamento è presso l’Oratorio San Filippo Neri, in via Indipendenza, 4. La compagnia teatrale “I Seriòmici” presenta, infatti, tre serate all’insegna di musica, cultura e divertimento.

Con l’aiuto di Don Sergio Di Nanni il ricavato dei tre eventi sarà devoluto alla parrocchia San Giuseppe Artigiano per opere e servizi.

Si parte Lunedì 27 Settembre, alle ore 20.30, con “Amor Mortis”, una Commedia dell’Arte che segna il fil rouge che collega Pulcinella a Marietta. Si prosegue Mercoledì 29 Settembre con quattro regine della Black Music. Per concludere Sabato 9 Ottobre con la follia poetica di un mito quale Alda Merini.

L’attore Antonio Memeo e i suoi ospiti vi aspettano!

A cura del Direttore, Miky Di Corato

Nasce la partnership fra Virtus Andria e FC Internazionale per il Summer Camp 2021

Ad annunciare l’evento, previsto dal 5 al 16 luglio, è il Presidente della Virtus, Marian Gecaleanu:

Ciao, Marian. Cosa offre un summer camp più degli allenamenti invernali?

Il Summer Camp interamente dedicato al calcio con gli Istruttori del Settore Giovanile dell’Inter (saranno sui campi una decina di professionisti). Ogni partecipante riceverà l’allenamento più adeguato in relazione all’età e all’esperienza calcistica. Gli Allenamenti sono dedicati al miglioramento delle capacità tecniche e tattiche saranno alternati ad attività di gioco, socializzazione e animazione. Alla fine della settimana verrà consegnato ai partecipanti l’attestato di partecipazione. 

Come nasce la collaborazione con l’FC Internazionale?

La collaborazione con l’FC Internazionale nasce praticamente un paio di anni fa quando il nostro attuale responsabile tecnico, il sig Raffaele Quaranta, collaborava con le Accademy dell’Inter all’estero.

Quali obiettivi si pone e dove si svolgerà l camp estivo?
L’evento, in esclusiva in Puglia, sarà un’importante occasione di divertimento e crescita. Pertanto, è nostro desiderio permettere, al maggior numero di ragazzi e ragazze del territorio con la passione e il talento per il calcio, di allenarsi come veri campioni nerazzurri! Il nostro obiettivo sicuramente rimane quello di poter finalmente entrare a far parte della famiglia InterGrassroots un sogno che stiamo seguendo ormai da tempo e che speriamo quest’anno si realizzi. 

A chi dedichi questo prestigioso traguardo?

Lo dedico alla mia famiglia che sopporta la mia passione da anni, a mia moglie e mio figlio, e vorrei dedicarlo alla persona che non ha mai smesso di credere nelle mie capacità e mi ha sempre sostenuto: Giuseppe “Golosia“ Tortora . 

OFF SEASON 2021

Si terrà dal 21 giugno al 16 luglio l’evento OFF SEASON 2021, una kermesse dedicata alla forma fisica e al ripristino atletico di sportivi fermi ai box a causa delle restrizioni dell’ultimo periodo. Ad organizzare il corso, in programma “ai campi di Lello” di via Canosa, sono i preparatori Claudio Capacchione e Vincenzo Abruzzese. Proprio quest’ultimo ci spiega le metodologie di recupero atletico utilizzate:

Ciao Vincenzo. In cosa consiste l’evento sportivo/atletico OFF SEASON 2021?

OFF SEASON 2021 ha lo scopo di “rimettere in moto” i livelli psicofisici dei nostri atleti per poi andare  ad ottimizzare la loro performance in ottica della stagione 2021/2022.

Da cosa dipende la valutazione antropometrica a cui gli atleti fuori forma verranno sottoposti?

La valutazione antropometrica ci permetterà di verificare eventuali incrementi di massa grassa in rapporto alla statura e al peso e, quindi, effettuare  un intervento specifico per ripristinare l’equilibrio tra massa grassa e magra. Per i più giovani, invece, la valutazione antropometrica servirà a capire anche l’età biologica e programmare le sedute in base a quest’ultimo parametro, in modo tale da individualizzare al massimo l’allenamento.

A chi si rivolge, in particolare, il progetto?

Il progetto è rivolto a tutti i calciatori con età superiore ai 15/16 anni che hanno subito uno stop forzato e che vogliono presentarsi nei  rispettivi ritiri all’altezza della situazione e  in condizioni soddisfacenti.

Quali e quanti professionisti compongono lo staff di preparazione?

Abbiamo formato uno staff di alto livello per consentire ai nostri atleti una concreta   acquisizione di benefici. Dopo un periodo prolungato di stop, la ripresa della preparazione atletica non deve cedere a improvvisazioni. È indispensabile  affidarsi a professionisti esperti e competenti nel settore. Il nostro staff è formato oltre che dal Sottoscritto e da Claudio Capacchione, anche da  Raffaele Quaranta (allenatore )e Leo Polichetti (preparatore dei portieri).

A cura del Direttore, Miky Di Corato

EISI – Nomina Delegata Regione Puglia Elisa Nicoletta Matera

Durante il Consiglio Nazionale del 28 Aprile dell’EISI, è stata nominata, in qualità di delegata della Regione Puglia EISI Elisa Nicoletta Matera. 
Una candidatura accettata all’unanimità dai componenti del Consiglio Nazionale per il prossimo quadriennio, nomina subentrata in sostituzione di Leobono Annamaria .

” UN RICONOSCIMENTO CHE CONFERMA LA  MIA PASSIONE PER IL BASKIN , PER LO SPORT INCLUSIVO, QUALE STRUMENTO DI ACCOGLIENZA, INTEGRAZIONE SOCIALE E SALUTE . NON ASPETTIAMO ALTRO CHE RIPARTIRE CON GLI ALLENAMENTI DELLE TANTE ASD AFFILIATE IN PUGLIA , ATTUALMENTE SONO 13 ”  Elisa N. Matera l’ENSI – Ente Nazionale Sport Inclusivi è nato il 15 maggio 2019, presso la città di Cremona, è stato ufficialmente riconosciuto quale ente di promozione sportiva paralimpica dal CIP (Comitato Italiano Paralimpico). Si tratta del primo Ente Nazionale di sport inclusivi ed ha una sede diversa da Roma. Il percorso ha origine circa 20 anni fa con la nascita del baskin, sport che permette a disabili (fisici e psichici) e normodotati, maschi e femmine, di giocare insieme secondo un regolamento che è in continua evoluzione. L’EISI quindi si origina dal Baskin ma oggi è una realtà autonoma che si è da subito dovuta costituire come realtà multidisciplinare ed è aperta a tutti gli sport che avranno il riconoscimento di sport progettati per tutti. In sede di avvio le discipline presenti nell’EISI sono ovviamente il Baskin che rappresenta il dato anche quantitativamente più rilevante e poi la Ginnastica per tutti Inclusiva ed il Calciobalilla inclusivo.

CON IL NASTRO ROSA presenta: Com’è l’approccio della donna separata nei confronti dell’altro sesso?

Partendo dal presupposto che la separazione sia spesso vissuta come fallimento, nell’immediato si avverte un forte desiderio di evasione a causa del quale molte donne si perdono, cadendo nel ridicolo, senza neanche più riconoscersi, mentre altre si chiudono! È difficile rimanere fedeli a se stessi, si tratta di un momento di particolare sconforto emotivo. In realtà la separazione richiede molto coraggio e sicuramente i codardi, donne e uomini che siano, non vivono nella finzione e nell’apparenza. Comunque, in ogni caso, non è facile per una donna rimettersi in gioco per vari fattori: età, fisico (non più ventenne), paura, carichi di responsabilità, maternità! Sarebbe opportuno ritrovarsi ,ritrovare un equilibrio personale e sapere cosa si vuole per evitare di incappare in situazioni distruttive

Di NUEL